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Il grano, storia e tradizioni legate alle usanze belpassesi

Campo Di Grano

Il grano è da sempre uno dei prodotti più importanti per la vita di tutti i giorni per quanto riguarda l’intera umanità. L’ipotesi più probabile sul luogo di provenienza del grano, riconosce la sua origine nell’antica Mesopotamia, dalla quale si è poi diffuso in tutto il mondo. Ad oggi è ritenuto fondamentale dalla società moderna perché necessario alla produzione di prodotti alimentari come pane e pasta. In passato a Belpasso e in generale in tutto il meridione, ricopriva un ruolo centrale per quanto riguarda l’agricoltura; legava usanze, conoscenze e informazioni che, nel tempo, si sono assemblate andando a formare una vera e propria tradizione.

Il ciclo del grano: aratura e semina

Ogni anno a settembre ricorreva il periodo dell’aratura dei campi, necessaria alla semina dei campi; si utilizzava un aratro, trainato da una coppia di buoi o di muli, che arava i campi, creando dei solchi che dividevano il campo a strisce; successivamente prendeva luogo la semina dei campi.

Campo Arato
Un campo di grano [Pixabay.com]

Durante la semina i contadini si munivano di ‘sementi‘ e percorrevano i campi, passo per passo, lanciando una manciata di semi che successivamente ricoprivano nuovamente con la terra; finché la fase della semina non finiva, i contadini non tornavano a casa e la notte rimanevano a dormire nelle strutture presenti nella masseria. Nei mesi primaverili si svolgevano dei lavori stagionali, nei quali si assisteva alla ripulitura dei campi dalle eventuali erbacce infestanti e da altre impurità.

Mietitura del grano

Una volta raggiunto i primi del mese di giugno il grano era ormai maturo e quindi pronto per essere raccolto; iniziava così la fase della mietitura. I contadini si ‘armavano’ di falce alla mano destra e indossavano tre ditali alle dita della mano sinistra, per proteggersi da eventuali infortuni con la falce; ogni mietitore afferrava una ‘manata’ di spighe, la falciava e successivamente la annodava alla base. Era presente un sistema di stoccaggio delle spighe; tre manate costituivano un ‘manipolo‘, dieci manipoli un covone (detti anche ‘gregni‘), venti covoni un ‘mazzo di gregni‘ e cinquanta ‘mazzi di gregni’ un ‘migliaru‘.

Stoccaggio Del Grano
Un terreno durante la mietitura [Pixabay.com]

Dopo la mietitura nel campo entravano le ‘spigolatrici‘ che raccoglievano le spighe rimaste incolte e le ‘battevano’ con una mazza di legno per ‘pulirle’. Una volta che le spighe erano ‘stoccate’, si trasportavano tramite degli animali da soma all'”aia“(aria), cioè dove avveniva la fase di trebbiatura.

La trebbiatura e la macinazione

Come già detto la trebbiatura avveniva all’aia, dove si riponeva il grano al mattino e lasciato asciugare per due orette circa; questo processo consiste nello ‘staccare’ i chicchi dalle spighe; un contadino si posizionava al ‘centro’ e ‘controllava’ che i due muli aggiogati facessero ruotare la trebbia, mentre gli altri contadini si mettevano attorno ad essa muniti di forconi, per respingere le spighe che fuoriuscivano dal macchinario. Una volta trebbiato il grano, si procedeva a ‘spagliare’ il raccolto e ad insaccare i suoi chicchi, poi divisi fra i lavoratori; in genere, ne ottenevano poco a testa perché il restante era destinato ai latifondisti, i quali lo conservavano nei loro granai. I chicchi di grano venivano macinati in due modi: o in casa tramite delle piccole macine di pietra o al mulino dove il lavoro era svolto dai mugnai.

Il processo di panificazione

Il grano macinato si setacciava due volte per renderlo puro: dalla prima ‘stacciatura’ si otteneva la ‘crusca‘, destinata alle galline mentre dalla seconda si otteneva la ‘sanza‘, data da mangiare ai pulcini o usata per fare il ‘pane per cani’ e il ‘fior di farina‘, utilizzato per fare il pane. Il processo di panificazione consisteva nello sciogliere il lievito in acqua tiepida e sale e successivamente versare il tutte nella ‘madia‘(maidda), cioè il recipiente dov’era contenuta la farina.

Pane Di Casa
Pane appena sfornato [Pixabay.com]

Il composto era impastato ‘a pugni’ ed una volta pronto era diviso in piccole porzioni per fare le forme di pane; generalmente si facevano più forme di pane tra le quali i ‘vasteddi’ e i ‘cuccinnati’. Le forme si posizionavano sul letto e si avvolgevano con delle coperte per far avvenire il processo di lievitazione. Quando il pane era pronto per essere infornato si accendeva la brace nel forno; la brace veniva spostata continuamente per permettere che il calore si uniformasse in tutto il forno; talvolta i mattoni si ‘coloravano’ di bianco a causa della cenere, quindi necessitavano di essere ‘spazzati’; successivamente si infornavano le varie forme di pane, tramite una pala di legno. Questo compito era affidato alle massaie le quali sapevano perfettamente come gestire la cottura del pane, data la loro longeva esperienza.

Il grano, storia e tradizioni legate alle usanze belpassesi ultima modifica: 2021-05-21T09:00:00+02:00 da Marco Asero

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