Nel centro storico del paese di Belpasso (un tempo Malpasso) si trova il palazzo Bufali che fu la dimora dell’omonima famiglia baronale siciliana a partire dagli inizi del 1700.
La Storia della famiglia Bufali
La famiglia Bufali era composta da numerosi membri. Don Antonio Bufali, fuggì da Catania a causa della crisi finanziaria che lo stava affliggendo, rifugiandosi a Malpasso; qui egli si sposò con Caterina Distafano con la quale concepì sette figli chiamati Lorenzo, Gaspare, Rosa, Giuseppe, Marcantonio, Pietro e Domenica. Successivamente risanò la sua economia. Dopo la morte del padre, il figlio Lorenzo ereditò la carica baronale. Egli contribuì alla ricostruzione della città, sotto l’incarico di Ferdinando Aragona, in seguito al terremoto del 1693; la città fu completa nel 1697.
Si presentava con strade formanti una sorta di scacchiera (infatti Belpasso è denominato anche la “Scacchiera dell’Etna”). Inoltre, il paese venne da lui rinominato Belpasso, in segno di buon auspicio. Lorenzo si sposò con Agata Monsecado di Paternò e successivamente Vincenza Corduese, tuttavia non riuscì ad avere figli con nessuna delle due, quindi la carica baronale passò a suo fratello Gaspare.
Gaspare si sposò con Anna Corsaro dalla quale ebbe dieci figli, egli però non riuscì ad amministrare i beni di famiglia e quindi li perse; successivamente suo figlio Lorenzo riusci a riconquistarli. Lorenzo ebbe ben tredici figli dei quali alcuni seguirono la vocazione sacerdotale, mentre uno di loro, chiamato Domenico, ricevette l’eredità paterna.
Domenico ebbe tre figli, un maschio chiamato Lorenzo Filippo Antonio e due femmine nominate Giovanna Maria Margherita e Margherita Maria Anna. Il maschio riuscì a conquistare numerose cariche di potere tra Belpasso e Catania e fondò il circolo degli operai e la banca popolare; fece inoltre costruire un edificio nominato “la Fenicia” di fronte al suo palazzo, che diventò il centro politico-culturale di Belpasso. La discendenza della famiglia Bufali ebbe il suo epilogo con la morte di Margherita Bufali nel 1917.
Il Palazzo Bufali
Il palazzo Bufali venne costruito dopo il sisma del 1693 e possiede una struttura conforme a quelle nobiliari di quell’epoca. È possibile individuare decorazioni sofisticate come decorazioni in ferro battuto, balconi adornati di intagli vistosi e sono caratteristici dei mascheroni in pietra lavica. È situato in via Roma, che è una delle vie principali del paese che possiede tuttora uno stile antico richiamante quel periodo storico.
L’edificio è tuttora utilizzato come sede di un oratorio e del grest belpassese, dove si svolgono attività ricreative di vario tipo. Tuttavia, non è stato così sin dalla morte di Margherita; lei infatti, essendo l’ultima rimasta della famiglia, decise di lasciare il palazzo in eredità alle orfanelle di Balpasso, che diventò un collegio per ragazze.
Leggende e misteri del palazzo
Una leggenda alquanto affascinate narra che: un giorno un ragazzo andò a trovare la sua ‘fiamma’ al collegio, una volta giunto al luogo la ragazza si affacciò dalla finestra in segno di accoglienza ma improvvisamente cadde giù impattando al suolo e morendo sul colpo. Si dice che fu lo spirito di Margherita a buttarla giù. È inoltre interessante che le finestre del corridoio dell’ex stanza della baronessa e della stanza stessa, sono attualmente murate, questo perché al tempo le orfanelle segnalarono di avvertire macabre presenze in quell’area dell’edificio.
Un’altra leggenda legata alla murazione degli infissi narra di un fatto assai raccapricciante riguardante le suore del collegio, infatti, si pensa che le suore murassero i loro figli illegittimi in modo da non lasciarne traccia. Inoltre, in passato nell’edificio furono creati dei passaggi che collegano il palazzo alla chiesa di Santa Lucia, che si trova nelle vicinanze del palazzo, questo perché solitamente Margherita andava a pregare ed usufruiva di questi percorsi per non farsi notare dal popolo.
Le storie di finestre murate e passaggi sotterranei sono sempre affascinanti, ma spesso non hanno fondamento.
Offendere la memoria e il nobile gesto di Margherita Bufali, con strane affermazione di finestre murate e passaggi segreti, cadaveri occultati e cadute improbabili, non offre al lettore, l’importanza del luogo dal punto di vista storico e comportamentale di chi quel luogo realizzò e come è stato mantenuto e portato avanti.
Invito l’estensore dell’articolo a visitare Palazzo Bufali, magari con lampada tascabile al seguito, e verificare de visu quanto affermato, per avere modo di confermare o modificare quanto scritto nell’articolo in parola.
Luciano Signorello
Presidente pro tempore
Fondazione Margherita Bufali – Ets