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Un paese di idee, Marco Motta e il suo brand Meravigghia

Meravigghia-Marco

Qual è il processo che porta alla realizzazione di un progetto, di un’idea? A questa domanda vi possono essere infinite risposte, e noi oggi vorremmo darvene almeno una valida. Abbiamo intervistato Marco Motta, ideatore del brand di abbigliamento “Meravigghia“.

Chi sei e come nasce l’idea di Meravigghia?

Io sono Marco, ho 23 anni e negli ultimi due anni ho completamente cambiato la mia vita. Ho studiato in ambito aeronautico, successivamente mi sono trasferito a Londra per imparare l’inglese e infine mi sono spostato a Bergamo. Lì una nota compagnia aerea mi aveva offerto un bel posto di lavoro. Ad un certo punto, dopo un anno a Bergamo, mi rendo conto che tutto quello che stavo facendo in realtà non era quello che volevo per me. Poco prima che io partissi per Bergamo, ero andato a Taormina con amici, lì abbiamo visto un murales stupendo rappresentante un fico d’india stilizzato. Visto che mia mamma cuciva da una vita ho pensato di farle cucire un qualcosa del genere su di una felpa. Venne benissimo, ma avendo in vista il contratto di lavoro a Bergamo accantonai quest’idea, fin quando venne il periodo dei primi lockdown

Meraviggia-Felpa
Felpa marchio Meravigghia rappresentante la tipica testa di moro siciliana

Avendo molto tempo libero cominciai a pensare e a rivalutare un po’ tutto, così cominciai a mettere su un sito web. Comincio col mettere in vendita qualche creazione di mia madre e vedo che le vendite cominciano a salire. Passano altri 6 mesi e decido di abbandonare Bergamo. Non tanto perché Meravigghia stava cominciando a crescere ma di più perché ho pensato che a 23 anni l’avrei potuto fare facilmente, mentre invece a 30 non l’avrei potuto fare più“. 

Quali sono state le vostre prime opportunità?

Quando tornai in Sicilia, cioè a marzo di quest’anno, ebbi la mia prima grande opportunità. Vengo contattato da un’agenzia di comunicazione i quali mi chiesero se potessero inserirmi in una lista che avrebbero consegnato ad Averna che avrebbe scelto 7 realtà siciliane per avviare un progetto pubblicitario insieme. Io rispondo di sì, convinto del fatto che fosse uno scherzo, e invece dopo 2 settimane mi è arrivata una email da Averna. Abbiamo avuto questa fortuna di essere stati scelti, questo mi fece capire che il percorso che avevo deciso di intraprendere era quello giusto“.

Qual è il tuo rapporto con tua madre e con la tua terra?

Come si può notare dai nostri articoli mia mamma penso che abbia davvero un talento innato per il cucito, e l’idea che i suoi lavori precedenti venissero pagati una miseria nonostante i mesi di lavoro impegnati per me era come un insulto al suo lavoro. Questo pensiero poi si è unito con un amore ritrovato per la Sicilia, sintomo del mio trasloco a Bergamo. Io riandrei altre mille volte lì da turista ma non ci resterei. In quel periodo mi mancava la mia terra, le persone, il caffè con gli amici e anche un semplice incontro per strada. Però ovviamente anche la mia terra ha un grande difetto, qui ancora si ha paura di tutto ciò che è nuovo, che siano creazioni o idee che comprendono una qualche forma di rischio

Meravigghia-Felpa Fico D'india
Il fico d’india che diede inizio a tutto

Questo difetto è ancor più evidente nelle vecchie generazioni, e quando mi vengono a dire “Meravigghia è un’idea stupenda, però in Sicilia” divento come un pazzo. In certi sensi è anche vero perché qui so che magari ci metterò più tempo, ma io credo in questa terra. Aprire il brand Meravigghia a Milano per esempio avrebbe comportato il creare in realtà un marchio finto. I nostri prodotti però attenzione che non sono fatti da siciliani per soli siciliani, i nostri sono prodotti siciliani ma per tutti“.

Da dove nasce il nome Meravigghia?

Il nome nasce da una serata al pub con degli amici, lì gli raccontai del progetto e decidemmo di scegliere un nome. Recuperai un dizionario di lingua siciliana, e sfogliandolo pagina per pagina arrivai alla parola meravigghia, tutti fummo d’accordo. Persino le cameriere dello stesso pub pensarono fosse un nome adatto. Così l’indomani mi dedicai al logo, infatti attualmente io, oltre ad essere il capo per così dire, mi occupo dei disegni e della parte grafica in generale“. 

Chi fa parte della famiglia Meravigghia?

Attualmente abbiamo 3 persone alla cucitura, mentre per tutte le altre mansioni diciamo che è un po’ diverso. Io sono da solo in maniera relativa, non ci sono delle persone ma ho tanti amici che spesso e volentieri mi danno una mano, perché ormai da solo è diventato un po’ pesante. Se non avessi avuto degli amici disposti a darmi una mano non avrei mai potuto aprire questa mia attività. Spero sempre di trovare persone giovani che mi aiutino, in questo modo il team riesce a crescere insieme al brand“.

Meravigghia-Contest Nino Martoglio
Maria Grande, vincitrice del Contest “Un Martoglio per la moda”, organizzato con la scuola media “Nino Martoglio”, volto alla realizzazione di una forma che rappresentasse il poeta belpassese da cucire sulle felpe della collezione Winter22 di Meravigghia

Come affronta il brand Meravigghia la sfida ai cambiamenti climatici odierna?

Da quest’anno tutte le nostre felpe sono bio, di tipo organico. Il cotone organico viene raccolto a mano, quindi non essendo raccolto a macchina non si sfilaccia, mantenendo la sua integrità. Inoltre nel cotone organico non si aggiunge nessun additivo chimico, di conseguenza è più durevole, non irrita la pelle e riscalda anche di più. Ovviamente sono consapevole che il mondo non cambierà solo grazie alle mie magliette, però se posso farlo, perché no? “.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Purtroppo io ho un problema, non riesco a fermare le idee anche se molte volte non c’è il tempo per realizzarle. Prossimamente vorrei realizzare: una linea sartoriale di vestiti per donna, cuciti a mano su misura; una linea di oggetti per la casa, tipo delle teste di moro con dentro delle piantine, cose di questo tipo adatte per piccoli regali; una linea di costumi estivi che, per questioni di tempo, non abbiamo potuto portare avanti nell’estate appena trascorsa“.

Cosa diresti a tutti quei giovani che pensano di avere un futuro incerto stando qui in Sicilia?

Alcune volte mi chiedo se sia giusto per me, a 23 anni, non uscire spesso la sera perché magari ho del lavoro da fare qui per il brand. Però mi viene questo senso del dovere, verso la mia terra e le cose in cui credo, che mi porta a fissare un obiettivo e, quindi, una vera e propria sfida con me stesso. Questa sfida viene poi alimentata da tutte quelle persone che reputano la mia idea un qualcosa che qui in Sicilia non ha futuro. Mi piacerebbe far capire che non è vero che è impossibile, non è vero che questa terra non può dare le stesse opportunità che danno altre città italiane o estere

Collezione Winter22
Capi della collezione Winter22, il Moro e la Mora siciliani

Per molti dei miei amici della mia stessa età questo è il momento del gioco, che ci può anche stare, però se giochi soltanto sei anche tu che porti questa terra sempre a stare 70 anni indietro. L’unica cosa che mi manca di città come Bergamo è il pensiero delle persone, la mentalità che li porta ad impegnarsi fin da subito in svariati progetti. Qui dobbiamo imparare a metterci un po’ più in gioco, specialmente noi giovani“.

Foto di Mara Salamone

Un paese di idee, Marco Motta e il suo brand Meravigghia ultima modifica: 2021-11-26T09:00:00+01:00 da Gabriele Privitera

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Julieta B. Mollo

Ottima intervista!

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