L'eruzione della distruzione - itBelpasso

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MEMORIA STORIA

L’eruzione della distruzione

Eruzione 1669

L’eruzione, a memoria d’uomo, più distruttiva e catastrofica della parte meridionale dell’Etna è quella iniziata nel mese di Marzo del 1669. La più grande eruzione laterale documentata dell’Etna. Era l’11 Marzo quando gli attuali monti rossi o monti da Ruina iniziarono la terribile eruzione

Al tempo Malpasso

In quel periodo Belpasso non era come lo conosciamo noi, oggi. Si chiamava Malpasso o Malopasso e si trovava in un altra zona, verso Est e inoltre aveva diversi centri, casate o borghi; come La Guardia, Botteghelle, Sant’Antonio e San Rocco ed infine la Sicilia era sotto la dominazione Spagnola.

I giorni che precederono l’eruzione

L’eruzione, venne preceduta da un’attività sismica sin dalla metà del mese di febbraio. Gli abitanti furono costretti ad abbandonare le loro abitazioni. Tra il 10 e l’11 Marzo l’attività sismica finì, attività che causò danni al paese di Nicolosi. L’11 Marzo tra Monte Nocilla e Monte Fusara emersero diverse colate laterali e diede inizio l’eruzione effusiva. Nei primi giorni generò una colonna eruttiva causando danni per i paesi vicini, tra cui; Nicolosi, Trecastagni, Pedara, San Giovanni la Punta e Viagrande, con la caduta di lapilli piroclastici o sabbia vulcanica (riina), coprendo le abitazioni, causando addirittura anche il crollo di alcune abitazioni.

Eruzione Cartina
Cartina della colata e rappresentazione dei paesi distrutti.

Le cause dall’eruzione

L’eruzione effusiva si divise in diverse braccia, una delle quali distrusse la vecchia Malpasso ed i suoi casali, il primo, fu La Guardia.

Il fronte lavico non si fermò affatto e distrusse anche i paesi circostanti, compresa la vecchia Malpasso. La lava coprì anche la chiesa dell’Annunziata, che distava circa 2 km dalla bocca principale, e distrusse completamente il villaggio di Mompilieri, essa continuò a scendere verso sud distruggendo anche il paese di San Pietro Clarenza e Camporotondo.

Un braccio di diresse verso sud-est toccando anche San Giovanni Galermo e l’altro si fermò verso Valcorrente, nell’attuale zona dove adesso si trova Etnapolis. Il braccio sud-est fù quello più devastante poiché distrusse la vecchia Misterbianco. La colata lavica arrivò fino a Catania, ma grazie alle mura, medievali, che circondavano la città, essa si salvò. Però, la lava riuscì a circondare il Castel Ursino, castello costruito per volontà di Federico II di Svevia, che in quel tempo reggeva la città, superò le mura del Castello e iniziò a riversarsi dentro il fossato. Catania si salvò grazie alla recinzione del muro medievale.

disegno raffigurante la cartine di Belpasso
Immagine dove si vedono Belpasso, l’Etna e Catania

Rinascere dalle ceneri

L’eruzione durò quattro mesi e causò un cambiamento epocale per l’epoca. Dalla costruzione di nuovi centri abitati sino al cambiamento della città e dei paesi, grazie agli emendamenti emanati dalla monarchia Spagnola. I Belpassesi si spostarono verso la zona di Valcorrente costruendo Fenicia Moncada, mentre altri si traferirono a Catania per un periodo di tempo.

Fonti: sito INGV e documentazioni di Angelo Pietro Lello, foto prese da fb.

L’eruzione della distruzione ultima modifica: 2023-03-11T09:00:00+01:00 da Alfio Emmanuele Guglielmino

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