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Alfio Platania e la lotta contro la mafia e la violenza di genere

Mafia-Conferenza Antimafia 1

Oggi vi riportiamo la nostra intervista ad Alfio Platania, conosciuto nel territorio belpassese e non solo, per il suo impegno per la lotta alla mafia e la violenza di genere. Trattando l’argomento nelle scuole del territorio, contribuendo a diffondere ideali di cultura e rispetto per il prossimo e verso la figura dello stato.

Chi è Alfio Platania?

Questa è una bella domanda, molte volte me la pongo anch’io. Un sognatore, un ragazzo di 29 anni che porta avanti alcune battaglie. Battaglie che dovrebbero essere la normalità ma che in questa bella e disgraziata terra vengono considerate come qualcosa di anormale. Sono un po’ l’eterno Peter Pan che porta avanti ciò in cui crede. In questo momento storico portare avanti ciò in cui si crede non è da tutti, perciò amo definirmi come un sognatore e un coltivatore“.

Sappiamo che sei solito organizzare eventi nelle scuole per parlare ai ragazzi di queste battaglie considerate “anormali”. Cosa puoi dirci a riguardo?

Fondamentalmente io vengo conosciuto come l’uomo della mafia. Ho iniziato quando avevo 18 anni a portare avanti le mie lotte contro la mafia e la violenza di genere, le più difficili e le più attuali se ci pensiamo bene. Ognuno di noi nel suo piccolo può e deve fare la propria parte nella quotidianità, nelle piccole cose. Quando si parla di lotta alla mafia non si deve pensare ai blitz dei carabinieri contro i boss mafiosi. Bisogna partire dalla quotidianità, con il difficile compito di eliminare la mentalità mafiosa che giace un po’ in tutti noi, questa è lotta alla mafia. Ecco perché mi piace insegnare ai più piccoli nelle scuole che i mostri possono essere sconfitti, facendo capire ai ragazzi che insieme possiamo colpire la mafia dritta al cuore.

Solo fino a trent’anni fa si doveva stare attenti a parlare di mafia come stiamo facendo noi adesso. Con gli anni però si è visto che gli imprenditori stanno denunciando, che i ragazzi stanno parlando di mafia, se ne parla nelle scuole, negli scout e in molti altri contesti. Quindi sì, sta cambiando la mentalità mafiosa, c’è ancora molta strada da fare però da trent’anni a questa parte abbiamo fatto passi da gigante“.

Cosa ti ha portato a percorrere la strada della lotta alla mafia?

L’incoscienza, e non il coraggio come molti potrebbero pensare. Io ho iniziato parecchi anni fa, proprio il 21 marzo, la data in cui si ricordano le vittime della mafia, a tappezzare il paese di volantini con su scritto “Se il Natale con dignità vuoi passare il pizzo non devi pagare“. Una giornalista quando mi disse che voleva fare un articolo su quello che avevo fatto mi ha detto “Per tutelarti evito di fare il tuo nome”, io invece ho voluto che lo mettesse perché è facile parlare di mafia ma senza metterci la faccia. Perciò credo di aver iniziato un po’ per gioco poi man mano è diventata una passione, girando la Sicilia con la mia Panda e organizzando diversi progetti ed eventi sul tema.

Mafia-Conferenza Antimafia Boggio Lera Catania
Conferenza al liceo Boggio Lera di Catania

Ora forse alla soglia dei 30 anni ripensando al passato sarei potuto stare più attento; comunque non rimpiango nulla, la sera vado a letto con la coscienza pulita perchè so di aver messo la mia goccia in questo oceano. Ancora oggi chi fa antimafia non viene visto di buon’occhio, venendo di conseguenza etichettato in una certa maniera“.

Come trovi l’atteggiamento dei ragazzi delle scuole che visiti riguardo il tema della lotta alla mafia?

In determinate scuole, in quartieri più disagiati dove la mafia la respiri, c’è molta resistenza perché in certi sensi si vive in un ambiente dove la maggior parte dei membri della famiglia di questi ragazzi si trovano in carcere o hanno avuto in passato diversi problemi con la legge. Ma la colpa non è dei ragazzi, la colpa è della mentalità con la quale sono cresciuti. Ed è proprio lì che noi dovremmo colpire, perché dove lo stato è assente e dove invece l’ignoranza è presente la mafia si alimenta. Socrate diceva che l’ignoranza è l’origine di ogni male. Ecco perché tocca a noi società civile non arretrare di un millimetro, perchè ogni volta che noi arretriamo di un millimetro la mafia avanza di un centimetro.

Una cosa bella che mi è capitata è che molti ragazzi che ho incontrato all’inizio di questa mia avventura oggi sono laureati in Giurisprudenza, altri hanno fatto i concorsi per entrare in polizia, costruendosi un proprio futuro. L’istruzione toglie erba alla cultura mafiosa“.

Sei mai stato in contatto con esponenti di mafia?

Ci sarebbero alcuni episodi ma non mi piace parlarne perchè qualsiasi cosa io direi la gente penserebbe che mi sia inventato tutto. Basti pensare che Falcone venne accusato di essersi inventato alcuni degli attentati di stampo mafioso di quegli anni. Purtroppo queste sono le regole del gioco che sappiamo tutti e che sapevo anch’io quando ho iniziato. Sapevo che avrei dovuto combattere con l’isolamento che è quello forse che mi fa più paura, il sentirsi solo. La mafia ti colpisce soprattutto quando sei da solo uccidendoti non fisicamente ma mentalmente; denigrandoti e facendo terra bruciata intorno a te. Una vera e propria mafia 2.0 che agisce in modo più subdolo. Potremmo paragonare il tutto ad una lotta di trincea, dove si avanza lentamente lasciandoti completamente da solo con lo scopo di farti mollare“.

Poco fa hai nominato Falcone, uno degli eroi dell’antimafia, ti ispiri a persone come lui per portare avanti le tue battaglie?

Per me non sono eroi. Sono persone che hanno creduto nella giustizia e nelle istituzioni; e io ho un amore profondo per le istituzioni, perché esse sono la linfa della nostra democrazia e della nostra repubblica. Borsellino dopo la morte di Falcone sapeva che sarebbe arrivato il suo turno ma lui ha continuato a servire le istituzioni e a cercare la verità sulla scellerata trattativa Stato-mafia, perché quando lo stato scende a patti con la mafia quella è la cosa più ignobile che possa esistere. Carlo Alberto Dalla Chiesa affermava che se c’è un potere questo potere è solo quello dello Stato e delle sue istituzioni. Ecco perché io non ritengo queste persone come eroi ma come persone che hanno dato la propria vita per lo Stato e che lo stato ha volutamente fatto uccidere.

Quando i ragazzini mi dicono di volermi prendere come esempio io gli dico di non farlo. Gli dico invece di prendere se stessi come esempio vivendo a testa alta e avendo fiducia nello stato per quanto ingiusto e sbagliato molte volte possa essere, la nostra Repubblica è la base della nostra libertà. Spetta a noi scegliere se continuare a vivere a testa bassa e a fare finta di niente, oppure avere la dignità per esprimere liberamente la propria opinione e di non aver paura di pronunciare nomi come Nitto Santapaola o Giuseppe Pulvirenti ‘u malpassoto. Io voglio guardare in faccia i miei fratelli e non provare vergogna per non aver lasciato a loro un mondo migliore di come io l’abbia trovato. Quello che state facendo con itBelpasso è vera antimafia, perché trasmettete la bellezza e quello che la nostra terra ci offre e che non è mafia, ma è cultura“.

Tu ti occupi anche di sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne, cosa puoi dirci a riguardo?

Credo che la lotta alla mafia e la violenza sulle donne sono le lotte più grandi che questo paese sta affrontando negli ultimi 20 anni. Pensare che nel nostro paese ogni 2 giorni venga uccisa una donna è una cosa che fa paura. Chi uccide queste donne sono i fidanzati, i mariti e anche i genitori. Mi viene da pensare alla povera Veronica Valenti, originaria di Belpasso, uccisa dal suo ex il quale non accettava la fine della propria relazione. La violenza sulle donne è una di quelle problematiche che dobbiamo affrontare, partendo dalle scuole. Bisogna far capire ai ragazzi che una donna non è un oggetto in loro possesso e che essa non è superiore e neanche inferiore agli uomini, questo vuol dire uguaglianza e parità dei sessi. Solo di recente è stato fatto qualcosa riguardo questo tema, basti pensare alla firma della convenzione di Instanbul qualche anno fa.

Mafia-Conferenza Turrisi Colonna
Conferenza sul tema della lotta alla mafia tenutosi al liceo Turrisi Colonna di Catania. Foto di Michela Tomasino

Non c’è una legge per tutelare i figli che, dopo aver perso la madre e in certi casi anche il padre, continueranno a vivere nel dolore senza esser minimamente tutelati. Ho proposto molte volte di adibire le case confiscate alla mafia a centri per accogliere le donne che subiscono violenza e scappano da casa propria. Esiste anche la violenza sugli uomini molte volte succubi di donne che non han rispetto per loro, così com’è anche un problema la violenza verso gli omosessuali. Perché andare a usare la violenza contro due omosessuali che si tengono per mano? Chi usa la violenza starà sempre dalla parte del torto al contrario di chi magari è aperto ad un confronto di idee ed opinioni, la bellezza della democrazia è questa. Ecco perché sono un sognatore“.

Alfio Platania e la lotta contro la mafia e la violenza di genere ultima modifica: 2021-06-16T09:00:00+02:00 da Gabriele Privitera

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Julieta B. Mollo

Bravo 👏

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