Giorno 16 dicembre nella chiesa Maria SS. Della Guardia è stato presentato il libro “Il fuoco sacro dell’arte Don Raffaele Stramondo”, scritto da Padre Angelo Lello. Durante la presentazione hanno parlato diversi ospiti, parlando delle loro esperienze con Padre Stramondo. E inoltre si è svolta un’esposizione temporanea di opere artistiche di Don Raffaele Stramondo.
Testimonianze su Stramondo
L’abate del monastero di Cava de Tirreni, Don Michele Petruzzelli ha conosciuto Don Raffaele nel monastero e racconta la sua esperienza con lui. “Mi complimento con Padre Angelo per l’accurata ricerca sulla vita e sulle opere di Don Stramondo e per l’importanza del libro testimone della sua vita”. Poi introduce alcuni argomenti del libro. “Ha posto come prima cosa il mistero di una vocazione, ha cercato dio con la sua creatività e ciò che lo accompagnò per tutta la vita. Era felice quando poteva intrattenersi con i bambini, era affascinato dalla vita monastica e l’amore per Dio, tra affetti famigliari e arte, grazie alle sue opere possiamo vedere la bellezza terrena“.
Don Ildebrando Scicolone monaco del monastero Dusmet di Nicolosi “lui non solo dipingeva, ma lavorava anche la creta, quindi lui era anche scultore, poeta e racconta storie. Quando nel 1996 tornò qui in Sicilia, si inaugurò il monastero di Nicolosi, luogo in cui possiamo trovare alcune delle sue opere. Mentre il resto delle sue opere sono sparse tra Cava, Belpasso, Roma e Varese Lui non ha studiato arte, ma bensì un autodidatta, e come dico sempre era un pittore fuori tempo, sembrava un pittore del ‘300 ‘400 e sarebbe stato discepolo di Giotto.
Faceva da maestro a sé stesso. Insegnava disegno e storia dell’arte nelle scuole ed era apprezzatissimo da tutti i suoi alunni. Oltre a fare diverse opere religiose, dipingeva caricature, e ironizzava molto su se stesso, come quando nelle sue opere si firmava con R. S. e la gente gli chiedeva che significasse e lui rispondeva con Raffaello Sanzio. Cosi come altri Aneddoti raccontati da lui”.
Padre Angelo racconta Stramondo
Don Angelo Lello presentatore della serata, nonchè scrittore del libro, parla di don R. Stramondo “dicendo che lui era innamorato del vedutismo, una corrente artistica del’800, i colori azzurri fanno parte del vedutismo. I monaci contemplano la bellezza, infatti, nelle sue opere si vede spesso una donna con un bambino, il che può significare il distacco materno, è rimasto bambino dentro, infatti dedica una canzone alla madre, ascoltiamola con il cuore” – conclude Padre Angelo prima dell’esibizione della corale Maria ss. Immacolata.
“Due dipinti che si trovano nella cappella cimiteriale del circolo, come segno di riconoscenza, verranno portati nella chiesa di Sant’Anna” dice Padre Angelo durante uno dei suoi interventi.
L’esperienza dell’assessore Manitta
Un importante intervento è stato quello dell’Ass. Graziella Manitta, che racconta la sua esperienza con don Raffaele Stramondo.
“Gli incontri con Stramondo, erano straordinari, quando lui iniziava a parlare c’era un silenzio tombale, anche i bambini più vivaci stavano zitti ascoltando le sue parole, come se fossimo dentro il suo racconto. Andavamo in giro nelle campagne del paese e mi rendo fortunata di averlo incontrato, mi sento una sua discepola, mi ha trasmesso la bellezza dell’arte, della poesia e del pensare positivo. Era un uomo totalmente diversi rispetto agli altri, poiché si esprimeva col pennello e coi bambini. Quando abbiamo saputo di questa iniziativa io e gli altri ragazzi/e abbiamo detto subito si. Le sue canzoni mi sono rimaste in testa e quando sono sola le canto, crescendo cambiavo e mi dava fastidio allontanarmi da lui, come se tagliavo un rapporto con lui, per me è stato un maestro di vita e ringrazio padre Angelo per questa bellissima iniziativa.
Il sindaco nel suo breve intervento ha detto “Ringrazio padre Angelo per la bellissima iniziativa. I libri li potete trovare nella biblioteca comunale, in comune e nella chiesa della Madonna della Guardia, a breve verrà intitolata una via a Don R. Stramondo”.
¿Qué les parece? Los leemos.